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Carlo V.

Imperatore e re di Spagna. Figlio di Filippo il Bello d'Asburgo e di Giovanna la Pazza. Nel 1506, al momento della morte del padre, ereditò da questi il dominio delle Fiandre, le colonie americane che dalle Fiandre dipendevano e, più tardi, il Regno d'Aragona con gli annessi domini di Napoli, Sicilia e Sardegna. Erede dell'imperatore Massimiliano d'Austria, suo nonno paterno, impostò tutta la sua azione politica nel tentativo di ricomporre l'unità dell'Impero ed entrò, per questo motivo, in contrasto con il re di Francia, Francesco I. Tuttavia, le prime relazioni tra i due sovrani furono di carattere amichevole e portarono all'accordo di Noyon nel 1516. Nel 1519, alla morte di Massimiliano, C. ereditò da questi il dominio su Austria, Stiria, Carinzia e Tirolo, e pose la sua candidatura al titolo di imperatore. Approfittando anche dell'appoggio del papa Leone X, riuscì a farsi incoronare imperatore ad Aquisgrana, nel 1520. Il contrasto con la Francia divenne allora insanabile. C. trovò come alleato il re d'Inghilterra, Enrico VIII, mentre Francesco I riuscì a trarre dalla sua parte la Repubblica veneta. La guerra si combatté principalmente sul suolo italiano. C. non riuscì a impadronirsi di Genova, abilmente difesa da Andrea Doria, ma si impadronì di Milano, scacciandone i Francesi. L'immensità dei territori dell'Impero spinse C. a una politica estremamente accentratrice, che gli permettesse anche di affrontare con successo la guerra. Questa si protrasse ininterrottamente, attraverso varie fasi, fino al 1555 e per gli Spagnoli diventò ancora più difficile a causa della rivoluzione religiosa suscitata in Germania dalla riforma luterana (1517). La condotta di C. nei confronti dei Protestanti fu condizionata dall'andamento della guerra contro la Francia e alternò momenti di rigore ad altri di maggiore permissività. La prima occasione di guerra contro Francesco I occorse nel 1521, a causa della pretese che il monarca francese accampava sulla Borgogna e sul Ducato di Milano. Un primo scontro, avvenuto nei pressi di Milano, vide soccombere i Francesi che, nuovamente sconfitti sul Sesia, vennero costretti a ritirarsi, lasciando sul campo il loro più famoso condottiero, il Bavard. Francesco I si alleò, allora, con il sultano turco Solimano II e, nel 1524, riuscì a occupare il Ducato di Milano. Tuttavia, l'anno dopo, nella battaglia di Pavia, Francesco I venne sconfitto e fatto prigioniero. Portato a Madrid, venne costretto a firmare un trattato, con il quale si impegnava a rinunciare a qualsiasi pretesa sui territori italiani e sulle Fiandre. Non appena fu liberato, Francesco I denunciò il trattato che gli era stato imposto e rese inevitabile un nuovo conflitto. C. si vide schierare contro una Lega (che fu detta Santa), che comprendeva tutti i maggiori Stati italiani, il papa Clemente VII ed Enrico VIII d'Inghilterra. Tuttavia, la reazione dell'imperatore non si fece attendere. Un esercito di Lanzichenecchi, appoggiati da truppe spagnole e italiane, calò su Roma, che fu presa e saccheggiata nel 1527. Il papa venne costretto a ritirarsi dalla Lega e a versare forti somme di denaro come risarcimento. La defezione di Andrea Doria, passato al servizio della Spagna, rese definitivo lo scioglimento della Lega che venne costretta a firmare la pace di Cambrai (1529), con la quale il sovrano francese si impegnava nuovamente a rinunciare a ogni pretesa sulle Fiandre. In Germania, C. aveva affidato il governo a un Consiglio di reggenza che, tuttavia, non poté impedire lo scoppio della rivolta dei contadini, guidata da Thomas Müntzer. Impegnato nella guerra contro i Francesi, C. si vide costretto, con la Dieta di Spira del 1526, a riconoscere ai Luterani una serie di concessioni, che vennero, però, revocate nel 1530 dalla seconda Dieta di Spira e dalla Dieta di Worms, contro le cui decisioni protestarono numerosi principi tedeschi. Successivamente, alcuni feudatari germanici, tra i quali gli elettori di Sassonia e del Brandeburgo, formarono una Lega che si avvicinò a Francesco I. Minacciato anche dall'avanzata turca su Vienna, C. fu costretto a venire a patti con i Protestanti. Nel 1533 i Turchi si ritirarono dall'Ungheria. Nel 1536 scoppiò il terzo conflitto con la Francia, originato nuovamente dai contrasti per il possesso del Ducato di Milano. Il conflitto si risolse nel 1538 con la tregua di Nizza. Quest'ultima venne rotta da Francesco I nel 1542, quando, approfittando di una spedizione che C. stava conducendo contro i corsari barbareschi di Algeri, cercò di invadere il territorio di Milano. Dopo alterne vicende, si giunse alla pace di Crépy-en-Laonnais (1544), con la quale il re francese si impegnava a sgomberare i territori occupati. Nel 1545 si apriva, intanto, il Concilio di Trento, con il quale l'imperatore e la Chiesa contavano di rinsaldare le fila dei Cattolici nel conflitto con i Protestanti. Nel 1547 morì Francesco I e gli succedette suo figlio Enrico II che, nel 1552, entrava in guerra con la Spagna, dopo essersi alleato con i Turchi. Nel 1555, dimostratisi inutili i tentativi di una restaurazione cattolica in Germania, C. riconobbe ai Protestanti la libertà religiosa con la pace di Augusta. Visti fallire quasi tutti i suoi progetti, stanco e malato, nel 1556 l'imperatore rinunciò ai Regni di Fiandra e Spagna in favore del figlio, Filippo II, e abdicò dalla carica imperiale in favore del fratello, Ferdinando. Si ritirò nel monastero di Yuste nell'Estremadura, dove morì (Gand 1500 - Yuste, Estremadura 1558).